venerdì 28 dicembre 2012

TERRENO APPENNINO PARMENSE

terreno appennino parmense

terreno appennino parmense

terreno appennino parmense

terreno appennino parmense






Ricostruzione di parte del territorio dell'appennino parmense. Casatico, Langhirano (PR)

Plastico di studio per collocamento nuovo edificio residenziale e render con fotoinserimento.


Scala
1:500 - 1:200

Materiali
Carton-legno

lunedì 12 novembre 2012

RESTAURO CASA PER PRIVATO

Considerando la particolare evoluzione storica dell’edificio, il progetto cerca di riportare ad una logica costruttiva e distributiva le varie parti succedutesi nel tempo, mantenendo e rafforzando l’immagine della villa.
Con questo obiettivo al piano terra si prevede di demolire i tamponamenti delle arcate del loggiato e parte della muratura del corpo centrale in modo da ottenere una continuità fra interno e esterno tipica del loggiato.
La demolizione delle fodere interne al piano terreno favorisce la percezione delle varie parti dell’edificio con il grande nucleo centrale e le successive addizioni perimetrali.
A questo scopo si è anche prevista una piccola veranda sul lato ovest che consente una continuità dei percorsi perimetrali al nucleo centrale oltre ad una funzione di ingresso.
La zona dei servizi e della scala sono collocati nella parte a nord seminterrata rispetto alla strada.
Anche i piani superiori sono riportati ad una logica distributiva che risente della struttura dell’edificio. In particolare il secondo piano, attraverso il rifacimento della struttura di copertura è liberato da una serie di pareti e controsoffittature del tutto incongrue.
Le caratteristiche volumetriche dell’edificio rimangono sostanzialmente inalterate in quanto non vi sono evidenti aggiunte di nuovi volumi.

Le principali variazioni riguardano la demolizione della sopraelevazione del vano scala ad ovest in quanto ritenuto non congruo con le caratteristiche dell’edificio. In effetti se osserviamo lo spessore dei tamponamento murari si evidenzia un carattere di precarietà del volume nato come chiusura e sopraelevazione di un vano scala esterno.
La principale variazione nei volumi è quella relativa alla sagoma della copertura.
L’attuale copertura è caratterizzata da una forte asimettricità sul lato sud dovuta a due soluzioni differenti sul lato ovest (spiovente a due falde) e sul lato est ( tetto a tre falde).
Questa soluzione però evidenzia un’anomalia rispetto ad altri edifici simili nella zona e più in generali all’idea di villa sul lago. Se osserviamo la tipologia della villa presente nella zona è evidente che la copertura più rappresentata è quella a quattro falde.
Che la soluzione oggi esistente sia dovuta più che a motivi formali a condizioni contingenti è evidente nell’analisi della struttura oggi presente nel sottotetto.
Si può infatti osservare una sostanziale precarietà e sottodimensionamento degli elementi lignei che hanno spinto verso una soluzione semplificata della sagoma di copertura.
Il progetto propone invece una sagoma che più si addice al carattere dell’edificio, con un tetto a quattro falde, e il colmo in posizione baricentrica rispetto ai volumi centrali.
Al fine di non alterare la parte a nord più bassa rispetto agli altri volumi si propone per il vano scala un leggero rialzo in vetro che emerge dalla copertura con la funzione di mantenere l’altezza utile e nello stesso tempo garantire una illuminazione delle zone poste a nord.
Sono ammissibili per la copertura in fase di progetto edilizio anche piccoli terrazze che non alterino la conformazione del tetto.
Anche per il volume a portico chiuso che fiancheggia l’edificio principale si propone una copertura a quattro falde con l’obiettivo di staccare i due edifici la cui unione è oggi evidentemente problematica nell’attacco fra la copertura del corpo basso e il volume della casa.

I fronti dell’edificio risentono anch’essi delle addizioni volumetriche succedutesi nel tempo.
Si notano infatti come in tutti i fronti diverse aperture siano state tamponate con muratura o addirittura nel prospetto principale verso sud siano state inserite finte finestre per ottenere una simmetria del fronte. Queste finestre non possono essere aperte in quanto collocate in continuità verticale con le colonne portanti e quindi in posizione non idonea alla statica dell’edificio.
Il piano di recupero consente alcuni lievi spostamenti delle bucature al fine di rendere più consolidata l’immagine della villa e nello stesso tempo garantire una illuminazione a norma dei locali interni.
Nel fronte sud si prevede la demolizione dei tamponamenti murari che occludono in parte il loggiato e la loro sostituzione con vetrate a tutta altezza poste nella parte interna del volume.
La partizione delle finestre viene modificata riportando le bucature della parte centrale in una zona della murature in cui non sussistono problemi statici e nello stesso tempo garantendo un’immagine del fronte adeguata all’edificio.
Le finestre dell’ultimo piano vengono leggermente ingrandite per garantire il rapporto illuminante all’interno ma mantengono una differenziazione dimensionale rispetto a quelle del piano inferiore rispettando i criteri figurativi del fronte.
Nel fronte est vengono leggermente rialzate le bucature all’ultimo piano e ingrandita una finestra al piano terreno.
Nel fronte nord la superficie muraria rimane inalterata mentre la copertura si differenzia per il grande lucernario del vano scala e la foratura del tetto con la previsione di un terrazzo al secondo piano.
Nel fronte ovest, con la demolizione del volume incongruo, si prevedono due nuove finestrature con il ridisegno complessivo della facciata secondo criteri di simmetria e la previsione di un balcone delle medesime proporzioni di quelli oggi esistenti nel fronte principale.
 







Renders di diversi ambienti restaurati di una casa per privato e studio dei serramenti.














Plastico di studio del vano scale.

Scala
1:20

Materiali
Carton-legno, plexiglass, listelli di legno

venerdì 9 novembre 2012

CASE PER PRIVATO

Progetto (http://www.continiarchitettura.net/)
Le indicazioni di carattere normativo hanno condotto le scelte progettuali verso un impianto semplice in cui i volumi disposti a L riconducono ai complessi agricoli presenti nelle zone collinari del comune di Felino.
Anche l’immagine complessiva del nuovo insediamento residenziale riflette quella dei nuclei rurali attraverso la continuità dei fronti murari alternati a grandi parti aperte.
La scelta di rivestire in modo uniforme tutti i fronti esterni con un paramento in sassi accentua le scelte del progetto verso un dialogo con il paesaggio circostante e le tipologie rurali.
La copertura piana e l’uso dei pannelli fotovoltaici in copertura rimarcano invece la contemporaneità dell’edificio senza uso di una retorica linguistica legata al passato ma affidando la relazione con il paesaggio e la storia al disporsi dei volumi sul suolo e all’uso dei materiali costruttivi.
La due unità abitative, risultano gemelle, e si caratterizzano per la distribuzione al piano terra della zona giorno in stretta relazione con le parti esterne attraverso grandi vetrate apribili.
Al piano superiore le camere e uno studio sopra il garage.

Il progetto prevede la costruzione di una piscina a sfioro collocata nella zona nord del lotto fra l’attuale residenza e le previste nuove costruzioni residenziali.
I locali in cui sono previsti spogliatoi, palestra, e zona sauna, risultano in parte seminterrati con una grande vetrata verso nord.
La zona dei locali tecnici per la piscina e invece completamente interrata.

La vasta area di proprietà consente al progetto di prevedere ampi spazi a verde caratterizzati dalla presenza di alberature autoctone.
Una serie di percorsi in terra consolidata o stabilizzata collegherà gli edifici residenziali esistenti e di progetto e la zona della piscina caratterizzata da una pavimentazione in legno il cui tono di colore permette una buona relazione visiva con il contesto.
Anche lo spazio del cortile fra le due residenze è progettato per mantenere un senso di ruralità attraverso la semplice pavimentazione in battuto di cemento lavato e un manto erboso ai bordi dell’area.

 

case con piscina


case con piscina


Renders con foto-inserimento del progetto di due abitazioni connesse.

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Modifiche al progetto




mercoledì 7 novembre 2012

FIORIERA

elemento arredo giardino

elemento arredo giardino

elemento arredo giardino
 
Renders con foto-inserimento di un progetto per un elemento di arredo da esterni.

martedì 6 novembre 2012

lunedì 5 novembre 2012

RIQUALIFICAZIONE EDIFICIO

riqualificazione edificio milano

riqualificazione edificio milano

riqualificazione edificio milano




Renders di interni ed esterni realizzati per una Tesi di Laurea Magistrale all’Università di Milano.

lunedì 29 ottobre 2012

BAITA IN APPENNINO

Progetto (http://www.continiarchitettura.net/)
Tufi d’Agna è un piccolo nucleo situato sulle colline del comune di Corniglio, raggiungibile attraverso una stretta strada che qua ha termine.
Il nucleo è composto da alcune abitazioni ed edifici agricoli, anche di recente costruzione o recupero, accostati gli uni agli altri.
L’edificio oggetto dell’intervento si trova verso sud rispetto al centro abitato, in posizione più elevata, ed è raggiungibile attraverso una stretta carrareccia che segue l’andamento orografico, percorribile solamente a piedi o con mezzi adeguati tipo mezzi agricoli o fuoristrada di piccole dimensioni.
La carrareccia si snoda in salita attraverso macchie boschive e, dopo un bivio, porta ad una radura in cui sorge isolato l’edificio.
Si tratta di un fabbricato rurale un tempo destinato al ricovero dei pastori e degli animali che erano qua portati al pascolo: al piano terra si trovava la stalla, mentre al piano superiore il fienile usato anche come dormitorio dai pastori.
L’edificio ha dimensioni contenute (circa 5x8 metri), con pianta rettangolare e copertura a capanna. Le murature sono in sassi faccia a vista e il manto di copertura in tegole di più recente impianto. La struttura di copertura in legno versa in cattivo stato di conservazione e presenta lacune che danno luogo ad infiltrazioni.
Le uniche aperture al piano terra sono situate sul fronte est: la porta di accesso alla stalla e due piccole finestre laterali tamponate con finestrini di un vagone ferroviario. L’accesso al fienile avviene tramite l’unica apertura posta in alto sul fronte sud e attraverso una botola nel solaio del primo piano. Quest’ultimo è un semplice assito in legno su travetti.
L’edificio, da tempo non più utilizzato, abbisogna di un generale intervento manutentivo per evitare il peggioramento di alcune criticità già ben evidenti.
Non potendo più, per ovvie ragioni, essere utilizzato per l’originaria destinazione, la sua conservazione è necessariamente legata ad un cambio di destinazione d’uso compatibile con la zona di tutela naturalistica in cui è compreso.
L’attuale proprietario, vista la posizione isolata e di difficile accesso, ha deciso di ricavarvi uno studio per osservazioni e una stazione meteorologica. La permanenza nell’edificio sarà pertanto saltuaria, mentre la stazione meteorologica sarà sempre collegata con la stazione ‘Meteo Parma’ attraverso un sistema satellitare e rileverà la temperatura, l’umidità, le condizioni di sole, vento, pioggia ecc.
L’intervento si propone di mantenere le principali caratteristiche dell’edificio, integrandole con le sole e necessarie componenti tecnologiche, al fine di conservarne l’aspetto di semplice costruzione rurale.
Esternamente le dimensioni attuali sono mantenute identiche; la muratura in sassi faccia a vista è mantenuta e ripristinata ove necessario. L’attuale copertura in tegole di laterizio, frutto di un rifacimento più recente, è sostituita con altra in lastre di pietra arenaria, più consona alla tradizione costruttiva locale.
Il fronte est, il fronte principale in quanto è quello rivolto verso la carrareccia di accesso, mantiene le tre aperture esistenti; anche il fronte sud mantiene l’apertura esistente al primo piano.
Sul fronte nord rivolto verso la valle, ora completamente cieco, si prevede di realizzare un’unica ampia apertura che permetta di illuminare adeguatamente gli interni, sia a piano terra che al piano primo.
Un’altra apertura è prevista sul fronte ovest, identica e simmetrica all’apertura d’ingresso del fronte est, per poter accedere all’esterno.
Lungo questo fronte ovest, il più nascosto alla vista, sono collocati un piccolo locale tecnico rivestito in legno e il porticato, sempre in legno, con copertura in pannelli vetrati fotovoltaici. Essi sono staccati dall’edificio principale, in modo da mantenerne integro e leggibile il volume originario.
Anche all’interno si sono rispettate le caratteristiche di edificio rurale: a piano terra una scala in legno che conduce al piano superiore separa un piccolo bagno dall’ambiente unico destinato a studio. Il solaio che separa i due livelli è un semplice assito su travetti in legno, così come in legno, adeguatamente isolata, è la copertura del fabbricato, a vista sull’ambiente unico ricavato al primo piano e destinato sempre a studio.
Essendo l’edificio privo di qualsiasi allaccio e in posizione troppo isolata, l’unica fonte energetica disponibile risulta essere quella solare: i pannelli fotovoltaici previsti, i cui necessari accumulatori sono alloggiati nel locale tecnico, forniscono energia elettrica per l’illuminazione ed energia termica per l’acqua calda.
Essendo la permanenza nell’edificio solo saltuaria, il riscaldamento avviene tramite una adeguata stufa a legna; l’approvvigionamento idrico per le esigenze sanitarie è garantito da una vasca d’accumulo collegata ad una sorgente.
Il sistema di smaltimento per le fognature prevede un impianto di fitodepurazione.
L’area esterna rimane sostanzialmente invariata, il prato circonda ovunque il fabbricato, l’unica area pavimentata con lastre di pietra si trova sul lato ovest in corrispondenza del nuovo porticato con copertura fotovoltaica.

 






Riproduzione in scala di una baita per l'allevamento nell'Appennino parmense, Tufi di Agna, Corniglio (PR).

Scala
1:50

Materiali
Carton-legno, cartone




Renders di diversi ambienti restaurati della baita.


giovedì 25 ottobre 2012

CHIESA DI CASTEL DI LAMA

Progetto (http://www.continiarchitettura.net/)
Il complesso dell’edificio sacro è stato studiato a partire dalle aspettative del popolo della parrocchia e dalle prerogative delle celebrazioni liturgiche. Dall’esterno verso l’interno, nei percorsi celebrativi, esso vuol essere segno di una comunità che aspira a trovarsi unita come società e come chiesa. Richiamato dal segnale sonoro del campanile che si sporge quasi vedetta sulla strada e verso l’abitato, il fedele si trova nell’ampio e accogliente sagrato che già gli parla di preghiera e di sacramento: la prima parte delle icone della Via Crucis, l’acqua che contorna l’emiciclo del battistero, il perimetro della cappella del SS. Sacramento e, soprattutto, il portale della chiesa, che, quando è aperto, lascia intravedere, nella profondità dell’invitante percorso, la croce luminosa della risurrezione e della parusia.

Oltrepassata la soglia, in direzione della bella croce, il fedele si trova accolto dalla grande ellisse del bema, aperto in più parti, ma che circoscrive e protegge dal basso e dall’alto l’intera aula liturgica e che comunque gli si rivela nella totalità dei suoi elementi solo quando giungerà ad occupare il suo posto (uno qualsiasi di quelli singolarmente predisposti): l’altare, l’ambone, la sede. Si accorgerà di essere passato accanto al fonte battesimale che ora può vedere aperto, può scorgere il tabernacolo della custodia eucaristica e può facilmente individuare il luogo della Penitenza.

La disposizione dell’aula è stata pensata in modo da “rendere l’immagine di un’assemblea riunita per la celebrazione dei santi misteri, gerarchicamente ordinata e articolata nei diversi ministeri, in modo da favorire il regolare svolgimento dei riti e l’attiva partecipazione di tutto il popolo di Dio”.
La scelta della disposizione dei posti a convergere verso il centro è dettata dall’esigenza di rendere visibile quell’ecclesiologia di comunione di cui l’assemblea liturgica è icona teologica. Il ragionamento che ha sostenuto questa opzione è il seguente: se nell’edificare un ambiente da destinare a una particolare fruizione del pubblico, come ad esempio un auditorium, si studiano nei particolari le posizioni in modo che l’acustica, la visibilità, la comunicazione risultino ottimali per il raggiungimento del fine (ascoltare musica), tanta più attenzione e cura occorrono nel situare un’assemblea liturgica che deve sperimentarsi nel molteplice che diventa unità, corpo ecclesiale, fraternità, reciprocità in atto nella celebrazione del mistero.

Nello spazio centrale, anch’esso ellittico, sono stati collocate, prospicienti l’una verso l’altra, le “due mense” dell’altare e dell’ambone, fuochi non tanto geometrici quanto rituali della celebrazione eucaristica e riferimenti di ogni altra azione sacramentale. È stata deliberatamente voluta, dopo lunge riflessioni, la scelta di girare l’ellisse dell’aula sul secondo asse della croce pavimentale, collocando su quest’ultima l’altare e l’ambone e lasciando così libero l’asse verticale (ingresso – croce) per i percorsi rituali i quali, senza intercettare ostacoli, possono raggiungere l’ “omphalos” centrale, evidenziato sul pavimento (sede ideale dove celebrare l’unzione crismale e le “consegne” al battesimo, l’accoglienza dei fanciulli alla prima comunione, la cresima, il matrimonio, ecc.) e da qui giungere ad ogni destinazione.

La “personalità” dell’altare, dell’ambone e della sede è garantita dall’osservanza delle indicazioni della nota CEI, dal genio dell’artista e da una circoscrizione alla base che li individuano come “luoghi” e non come semplici arredi. L’ambone accoglie un leggio più basso per la proclamazione della prima e seconda lettura e un leggio più alto riservato per la proclamazione del vangelo. L’altare, lavorato come l’ambone da un unico blocco di travertino, si erge come pietra angolare su cui si edifica la Chiesa che celebra il sacrificio eucaristico. Le sue dimensioni auree si reiterano e si amplificano nelle proporzioni nell’intero edificio.
Disposti oltre l’altare, la sede presidenziale e i seggi dei ministri connotano la fisicità di un presbiterio allocato e diffuso.

Al fonte battesimale, ospitato da una struttura circolare a mo’ di battistero aperto verso l’aula, si accede tramite una rampa discendente e ascendente che ricorda il percorso battesimale antico e che permette il battesimo sia per infusione che per immersione.
Il tabernacolo, realizzato in travertino dalla mano dell’unico artista, è collocato sulla parete della cappella feriale ( o cappella del SS. Sacramento) prospiciente l’aula, è fruibile sia dalla cappella che dall’aula e si offre per la custodia e per l’adorazione eucaristica.













Progetto per il nuovo complesso parrocchiale a Castel di Lama (AP)

Plastico di presentazione.

Scala
1:100 Materiali
Carton-legno, plexiglass, cartoncino, muschio.